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Ayas, Cunéaz. Forno con un grande camino.

I forni in muratura della Valle d’Aosta provengono da una tradizione antica legata all’essiccazione dei frutti autunnali, alla preparazione dei dolci e alla cottura annuale del pane nel periodo natalizio.    

 

Nel passato i forni in Valle d’Aosta, molto numerosi, erano presenti nei castelli, nei borghi, nei villaggi, nelle parrocchie, nelle abitazioni private, negli esercizi commerciali. Ora se ne contano 300 di cui circa 140 quelli in funzione gestiti perlopiù in maniera consortile.

 

I forni rivestivano una grande importanza per i nobili a cui i contadini pagavano un tributo per l’utilizzo. In seguito rappresentarono un punto di aggregazione per i borghi e i villaggi anche quando a realizzarli siano stati ordini religiosi o privati che li mettevano a disposizione della collettività.

 

Testimoni del grado di agiatezza economica delle famiglie, con il passare del tempo sono diventati sempre più efficienti e testimoniano ancora oggi l’unione delle famiglie e delle comunità.

 

Si classificano i forni in due tipologie principali, a seconda che al focolare si abbia accesso dall’esterno, oppure dall’interno del locale che lo ospita.

 

I forni esterni possono avere avantetti di copertura oppure, a causa dei ridotti spazi nei villaggi, sono addossati all’edificio principale. In rari casi sono dotati di un locale soprastante.

 

In altri casi i forni sono realizzati all’interno di un fabbricato specifico. Questi sono i più confortevoli per la famiglia e presentano il vantaggio di una migliore utilizzazione dei locali.

 

La struttura che compone i forni è generalizzabile in: suola, volta, vano per la cenere, bocca del forno con la porta, prese d’aria per favorire l’accensione, parafiamma superiore, camino, mensole d’appoggio esterne e nicchie per i lumi, in caso di lavoro notturno.

Gressoney-Saint-Jean, Trebelsch’hus. Forno addossato a un’abitazione.

Differenti tipi di coperture caratterizzano la protezione dei forni, che possono essere a una o a due falde, a struttura semiconica e con copertura in terra. Tutte, eccetto l’ultima, hanno la copertura in lastre di pietra (lose).

 

Per proteggere il trave maestro del tetto dal calore del forno, era installata una lastra di pietra a sbalzo.

 

Alcuni forni in successivi lavori di ristrutturazione sono stati completati con arcate frontali in pietra.

 

Il profilo triangolare della bocca caratterizza i forni d’epoca più antica, costruiti tra il XVIII secolo e la prima metà del XIX, mentre quello ad arco contraddistingue i più recenti. Menzioniamo tra i più antichi il forno della frazione Buillet di Introd, datato 1692, mentre quello della frazione Anselmet porta la data 1651.

Challand-Saint-Victor, Champeille. Profilo della bocca triangolare con inciso per due volte la scritta MARTIN.

Notevole anche ad Ayas, comune che conta circa trentasei forni, il forno consortile di Magnéaz (160 pani) datato 1859.

 

Sul territorio della Valle si trovano esempi di forni in mattoni costruiti alla fine del XIX secolo, mentre risalgono all’ultimo periodo bellico quelli che venivano utilizzati dai partigiani. Con l’avvento del turismo nel XX secolo si realizzano strutture associate ad alberghi e esercizi commerciali.

 

I costruttori di forni, muratori provenienti in particolar modo dalla basse Valle del Lys, erano degli specialisti nelle proporzioni, nelle dimensioni, nei materiali e nelle volte in pietra. Un documento del 1680 concernente il comune di Ayas menziona tali migranti stagionali che fornivano la propria opera a committenti privati.

 

Documento tratto da: Les fours à pain en Vallée d’Aoste, Remacle Claudine, Region autonome Vallée d’Aoste
Assessorat de l’éducation et de la culture, Bureau Régional Ethnologie et Linguistique, Aoste, 2014